Purtroppo a questi toccheranno pensioni più basse. C’è però un modo per evitarlo

Pensioni 2025: assegni più leggeri per l’effetto dei nuovi coefficienti di trasformazione

Il 2025 porta con sé una novità importante per i futuri pensionati: gli assegni di vecchiaia saranno ridotti a causa dei nuovi coefficienti di trasformazione in vigore dal 1° gennaio.

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Nel 2025 gli assegni delle pensioni di vecchiaia saranno più bassi, scopri perché? – crypto.it

Questi cambiamenti, legati alla maggiore speranza di vita, influenzeranno gli importi delle pensioni, con perdite annue significative per molti lavoratori. Ma chi sarà colpito e come calcolare la riduzione?

Che cosa sono i coefficienti di trasformazione?

I coefficienti di trasformazione sono un elemento fondamentale del sistema pensionistico italiano. Introdotti dalla riforma Dini del 1995, servono a convertire il montante contributivo accumulato negli anni di lavoro in un assegno pensionistico annuo. Il loro valore viene aggiornato ogni due anni dal Ministero dell’Economia, considerando l’aspettativa di vita media.

Dal 1° gennaio 2025, i coefficienti sono scesi dal 5,723% al 5,608%, tornando ai livelli precedenti al biennio 2023-2024. Secondo la CGIL, questa variazione è legata all’aumento della speranza di vita, che comporta periodi più lunghi di erogazione della pensione e, di conseguenza, assegni più bassi.

L’impatto sugli importi delle pensioni di vecchiaia

La riduzione dei coefficienti di trasformazione comporta un abbassamento degli importi mensili per chi andrà in pensione di vecchiaia nel 2025.

Ad esempio, un pensionato che si ritirerà a 67 anni con un montante contributivo di 283.971,65 euro e una retribuzione di 30mila euro passerà da un assegno annuo di 16.251,70 euro (pari a circa 1.250 euro al mese) a 15.925,13 euro (circa 1.225 euro al mese). La perdita complessiva sarà di 326 euro lordi all’anno, pari a 25 euro in meno al mese.

coppia anziani
Ecco l’impatto dei nuovi coefficienti sull’importo delle pensioni a partire dal 2025 – crypto.it

Per chi sceglie di ritirarsi a 70 anni, la situazione è ancora più sfavorevole. Un lavoratore con lo stesso montante contributivo riceverà un assegno mensile di 1.367 euro, contro i 1.397 euro del 2024. Questo comporta una perdita annua di 389 euro.

Nonostante l’incremento dello 0,8% previsto dalla rivalutazione di gennaio, il saldo finale resterà negativo per la maggior parte dei futuri pensionati.

Chi sarà interessato dai nuovi coefficienti di trasformazione?

I nuovi coefficienti di trasformazione si applicano alla quota contributiva della pensione e riguardano diverse categorie:

  • Lavoratori interamente contributivi: chi ha iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995.
  • Chi opta per il calcolo contributivo puro, anche se ne ha diritto solo in parte.
  • Soggetti con metodo misto: chi ha contributi accreditati sia prima che dopo il 1995.
  • Contributivi “pro-rata”: chi ha almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 e una quota di anzianità accreditata dopo il 31 dicembre 2011.

Come prepararsi al cambiamento e cosa si potrebbe fare

La revisione dei coefficienti di trasformazione evidenzia l’importanza di una pianificazione accurata della propria pensione. Chi si avvicina all’età pensionabile potrebbe valutare l’opportunità di prolungare la carriera lavorativa o aderire a forme di previdenza complementare.

Il tema potrebbe riaccendere il dibattito politico sulle possibili modifiche al sistema pensionistico. Intanto, chi si prepara ad andare in pensione nel 2025 deve fare i conti con assegni più bassi, pianificando al meglio il proprio futuro economico.

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