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Investire in criptovalute: sanzioni dell’Agenzia delle Entrate fino al 30% e accertamenti per riciclaggio ed evasione fiscale

Pubblicato da
Gerardo Marciano

Pasquale e le sue criptovalute: ignorare le regole fiscali non è mai una buona idea. Scopri come l’Agenzia delle Entrate tiene d’occhio gli investitori digitali e quali rischi si corrono tra sanzioni, accertamenti e sospetti di riciclaggio. Sei sicuro di essere in regola?

Pasquale è un piccolo investitore. Un giorno decide di acquistare Bitcoin e altre criptovalute convinto di fare il colpo grosso. Col tempo, le sue monete digitali crescono di valore, e ogni tanto vende per incassare un bel guadagno.

Investire in criptovalute: sanzioni fino al 30% e accertamenti per riciclaggio ed evasione fiscale-crypto.it

Eppure, c’è un dettaglio che ignora (o finge di non conoscere): Pasquale non dichiara nulla al Fisco. Investire in criptovalute: sanzioni fino al 30% e accertamenti per riciclaggio ed evasione fiscale. Queste sono le conseguenze che lo aspettano se non prende provvedimenti.

Cosa prevede la legge fiscale per chi possiede criptovalute

Se anche tu, come Pasquale, hai investito in Bitcoin, Ethereum o altre monete digitali, devi sapere che queste rientrano nelle attività finanziarie e, come tali, sono soggette a precise regole fiscali. Prima di tutto, le criptovalute devono essere dichiarate nel quadro RW della dichiarazione dei redditi, specialmente se sono conservate su exchange esteri o wallet personali come Ledger o MetaMask. Questo obbligo vale anche se il valore è basso: ignorarlo può costarti caro.

Cosa prevede la legge fiscale per chi possiede criptovalute-crypto.it

Dal 2025, grazie alle nuove regole europee sulla tassazione delle criptovalute, le normative italiane prevedono alcune modifiche significative. Il mantenimento dell’aliquota di prelievo al 26%, combinata con l’abolizione della soglia di esenzione di 2.000 euro (prima, i guadagni inferiori a 2.000 euro non erano soggetti a tassazione), dovrebbe garantire per il 2025 un gettito di importo “almeno pari a quello attualmente incassato”.

Si parla quindi di 27 milioni di euro. Un po’ più consistenti le cifre previste per il 2026, quando scatterà l’aumento al 33%, che dovrebbero toccare quota 34,3 milioni di euro, almeno secondo la relazione tecnica che accompagna il testo della Legge di Bilancio.

Viene chiarito che anche le minusvalenze possono essere compensate, riducendo l’importo da tassare.

Inoltre, le piattaforme di trading saranno obbligate a fornire alle autorità fiscali informazioni dettagliate sui movimenti degli utenti, aumentando il livello di controllo e riducendo ulteriormente il margine per evadere.

La cooperazione fiscale tra stati europei rafforza il sistema di controllo, rendendo più semplice per l’Agenzia delle Entrate rintracciare chi non è in regola. E non si parla solo di criptovalute in senso stretto: se hai investito in ETF legati alle criptovalute, gli obblighi fiscali rimangono validi. Anche i guadagni ottenuti dalla compravendita di questi strumenti sono soggetti all’imposta del 26%.

Per quanto riguarda gli ETF legati alle criptovalute, il trattamento fiscale dipende dalla modalità con cui sono gestiti. Se gli ETF sono detenuti presso intermediari italiani (banche o broker), questi agiscono generalmente come sostituti d’imposta, trattenendo direttamente la tassazione sulle plusvalenze e semplificando la gestione fiscale per l’investitore. In tal caso, non è necessario dichiararli nel quadro RW.

Tuttavia, se gli ETF sono acquistati tramite broker esteri che non operano come sostituti d’imposta, spetta al contribuente dichiararli autonomamente nel quadro RW della dichiarazione dei redditi. Questo vale anche per altre attività finanziarie detenute all’estero.

Dunque, chi pensa di aggirare la normativa investendo in strumenti correlati come gli ETF deve fare molta attenzione per evitare problemi con il Fisco. Investire in criptovalute: sanzioni fino al 30% e accertamenti per riciclaggio ed evasione fiscale sono realtà che ogni investitore deve considerare con serietà.

Come rimediare prima che sia troppo tardi

Se anche tu hai dimenticato di dichiarare le tue criptovalute, puoi correre ai ripari con il ravvedimento operoso. Questo strumento ti permette di regolarizzare la tua posizione presentando una dichiarazione integrativa e pagando sanzioni ridotte. Ma attenzione: funziona solo se ti muovi prima che l’Agenzia delle Entrate scopra l’irregolarità. Una volta avviati i controlli, le agevolazioni non sono più disponibili.

Come rimediare prima che sia troppo tardi-crypto.it

Per evitare brutte sorprese, affidati a un consulente esperto in fiscalità internazionale. Un professionista può aiutarti a verificare se sei in regola e a pianificare una strategia per rispettare tutte le normative.

Pasquale pensava di essere invisibile al Fisco, ma la verità è che nessuno è al di sopra delle regole. Ignorare gli obblighi fiscali sulle criptovalute non solo ti espone a sanzioni economiche, ma può anche macchiare la tua fedina finanziaria, rendendoti inaffidabile per future operazioni bancarie o investimenti.

Dal 2025, l’abolizione della soglia di esenzione di 2.000 euro e l’obbligo per le piattaforme di trading di fornire report dettagliati alle autorità fiscali ridurranno ulteriormente le possibilità di sfuggire ai controlli. La compensazione delle minusvalenze, invece, rappresenta un’opportunità per ridurre l’imponibile e mitigare gli effetti delle perdite sugli investimenti.

Inoltre, il gettito previsto per il 2025, pari a 27 milioni di euro, sottolinea l’intenzione delle autorità di monitorare da vicino questo settore in crescita. Il futuro aumento al 33% dell’aliquota nel 2026 rafforza questa strategia di controllo e contribuzione fiscale. Per gli investitori, ciò significa che è sempre più importante gestire con precisione e trasparenza le proprie attività in criptovalute

E tu, sei sicuro di voler correre gli stessi rischi di Pasquale? Forse è il momento di fare un passo indietro, controllare la tua situazione e agire con trasparenza. Le criptovalute possono essere un ottimo strumento d’investimento, ma solo se gestite con responsabilità.

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