La Riforma IMU apporterà nel 2025 novità che i proprietari di immobili devono conoscere per non farsi cogliere impreparati.
Riforma significa cambiamenti, in meglio o in peggio? Gli italiani vorrebbero sperare che le novità siano loro favorevoli ma sono tentati di credere il contrario. Sciogliamo subito ogni dubbio in merito all’IMU e alle modifiche che arriveranno nel 2025.
Iniziamo subito con il dire che le novità previste nel 2025 in relazione all’IMU avranno importati ripercussioni sui contribuenti proprietari di fabbricati e terreni nonché sulle amministrazioni locali. Ricordiamo che ad oggi l’IMU non si paga sulla prima casa a meno che non sia di categoria catastale A/8, A/9 e A1 (rispettivamente ville, castelli e palazzi di eminente pregio storico-artistico e abitazioni di tipo signorile). Poi ci sono altre esenzioni come quelle per gli immobili occupati abusivamente o per i coniugi che vivono in due case diverse.
I proprietari soggetti a pagamento dovranno corrispondere quanto dovuto l’acconto entro il 16 giugno e il saldo entro il 16 dicembre. Queste in linea generale le caratteristiche dell’Imposta Municipale Unica. Nel 2025 alcune indicazioni cambieranno dato che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha posto l’obiettivo di semplificare il sistema di gestione delle aliquote.
Da 250 mila e 128 aliquote, una drastica riduzione decisa dal MEF per definire un pacchetto di norme uniformi a livello nazionale alleggerendo il sistema di tassazione locale che permette ad oggi ai Comuni di modificare le aliquote IMU grazie all’autonomia tributaria. Cosa significa tutto questo? Le categorie introdotte dal Decreto del MEF tra le categorie di immobili assoggettabili ad IMU sono 128 e permetteranno ai Comuni una gestione più pratica e uniforme dell’imposta.
Le amministrazioni comunali potranno apportare modifiche alle aliquote solamente all’interno dei gruppi individuati in base alla destinazione d’uso (residenziale, commerciale, pubblico/sociale). La flessibilità sarà limitata a specifici casi individuati dal Governo. Le nuove delibere dovranno essere adottate dai Comuni dal mese di gennaio 2025 e il prospetto di approvazione dovrà essere inviato tramite una piattaforma appositamente creata dal MEF.
Chi tarderà non potrà aumentare localmente le aliquote ma dovrà mantenere l’aliquota standard. La riforma IMU, dunque, avrà ripercussioni sui Comuni. E sui cittadini? Potranno beneficiare di una maggiore trasparenza e di strumenti digitali avanzati per pagare l’imposta. Inoltre riceveranno via email o sms avvisi personalizzati per ricordare scadenze o importi da corrispondere. Meno burocrazia, dunque, e più chiarezza per i contribuenti per raggiungere l’obiettivo di una minore complessità fiscale in Italia.
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