Attenzione se ci vediamo recapitare un messaggio come questo su WhatsApp: è sicuramente un tentativo di truffa.
Non si ripeterà mai abbastanza che i truffatori online non sono semplicemente esperti di cose informatiche. Non stiamo parlando di semplici “smanettoni” in grado di padroneggiare i sofisticati meccanismi della rete. No, i cybertruffatori non si infilano solo nelle pieghe del web, ma anche in quelle della nostra mente.
Le truffe online si basano su tecniche di ingegneria sociale che sfruttano i punti deboli della psicologia umana per “hackerare” la nostra mente. In altre parole usano le nostre debolezze per spingerci a fare quello che vogliono loro. Che consiste, come avrete capito, nel farsi consegnare soldi o le credenziali per svuotarci il conto.
Paura e desiderio: sono le due leve fondamentali della nostra psiche. E i truffatori sanno benissimo come e quando azionarle attivando meccanismi semplici ma molto potenti in grado di suggestionare le loro vittime per indurle ad agire rapidamente, sulla spinta dell’urgenza, senza pensare. È lo schema subdolo seguito anche in quest’ultima truffa, attenzione se arriva un messaggio WhatsApp come questo.
Da qualche tempo circolano messaggi di questo tenore: «Ciao! Mi dispiace disturbarla! Posso avere un po’ del tuo tempo per un po’?». Già la grammatica zoppicante – il testo è chiaramente scritto con un traduttore automatico – dovrebbe allertare. Ma c’è di più.
Chi scrive questi messaggi – che arrivano generalmente dal prefisso +91 – sta cercando di instaurare con noi un rapporto confidenziale. Dopo un po’ arriverà la richiesta di scambiarsi del materiale intimo. Si tratta di un tentativo di adescamento. Il messaggio inizialmente “amichevole” è l’esca emotiva per agganciare la vittima.
Successivamente inizia il “love bombing”: la persona crede di vivere una relazione amorosa e si vede bombardare di messaggi e attenzioni fino a quando non arriva la richiesta di denaro con un pretesto qualunque (come il blocco del conto). La vittima può vedersi anche chiedere somme sbalorditive, nell’ordine dei 150 mila euro.
Siamo davanti alla classica truffa romantica, con la quale i criminali cercano di estorcere denaro alle loro vittime. Naturalmente dall’altra parte non ci sono individui isolati, ma organizzazioni criminali vere e proprie – di solito di stanza in Nigeria, Marocco o Costa d’Avorio – che cercano di farci perdere la lucidità messaggiandoci giorno e notte.
Come arrivano i criminali al nostro WhatsApp? In genere attraverso furti di dati personali o tramite acquisto di informazioni rubate e messe in vendita sul dark web. Cosa fare se siamo stati vittime di una truffa come questa? Mantenere la calma, vincere la vergogna (i truffatori giocano molto su questo) e scrivere immediatamente alla Polizia postale – sul sito www.commissariatodips.it – per denunciare quanto accaduto.
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