ome è regolamentato il pagamento dell’Imu in caso di coniugi separati o divorziati? Attenzione alle procedure che non tutti conoscono e alle possibili esenzioni
Le regole riguardanti il pagamento dell’Imposta Municipale Unica sono noti a tutti coloro che hanno l’obbligo di effettuare il versamento entro le scadenze prefissate. Ma cosa succede qualora una coppia che pagava l’Imu decida di separarsi o di divorziare? Le cose cambiano nel contesto del pagamento di tale imposta ed è bene conoscere le specifiche procedure dal momento che in alcuni casi sono anche previste possibili esenzioni.
Per capire meglio come procedere è bene conoscere le sentenze della Corte di Cassazione che forniscono adeguati chiarimenti in merito all’Imu per i separati e i divorziati.
Imu in caso di separazione o divorzio, chi lo paga? I chiarimenti della Corte di Cassazione
L’imposta sulla casa potrebbe infatti non dover essere versata dal proprietario di un immobile che assegna l’abitazione alla moglie, in sede di separazione, affinché possa abitarci insieme ai figli. In precedenza in casi come questi il rischio era quello di ricevere un avviso di accertamento Imu ma la Corte di Cassazione ha specificato, con una sentenza del 2023 che il proprietario anche senza residenza può essere esentato dal versamento di questa imposta. La sentenza è la numero 2747 del 2023 e fa seguito alla causa intentata da un contribuente e il ricorso presentato in primo grado dal contribuente stesso in primo grado, rigettato, per poi essere accolto in secondo grado. Ed il conseguente ricorso in Cassazione del Comune di riferimento. ricorso che è stato respinto andando a riconoscere di fatto il diritto all’esenzione Imu del per il contribuente.
I supremi giudici hanno specificato che il motivo è legato al fatto che l’immobile oggetto della questione rappresenta “casa di abitazione” che il proprietario ha assegnato all’altro coniuge in sede di separazione. Di fatto questo immobile viene considerato, pur avendo domicilio la famiglia del contribuente, assimilabile ad abitazione principale, da qui l’esenzione del pagamento.
Questo a meno che l’immobile non sia accatastato come bene di lusso: in quel caso infatti l’Imu sarà dovuta come accade anche negli altri casi. la Corte ha specificato che il contribuente, nel caso che ha portato alla sentenza che costituisce un precedente, aveva dimostrato con opportuna documentazione che l’abitazione era stata assegnata come casa familiare. Il tutto presentando il decreto presidenziale che, in sede di separazione, ne aveva previsto l’assegnazione alla moglie.