Quota 103 è stata riconfermata ma “stravolta”. Vediamo come è stata modificata questa misura di prepensionamento.
In bilico fino alla fine, Quota 103 è stata riconfermata ma con tantissime modifiche. Nel 2024 potrebbe non risultare più molto appetibile.
Sembrava dovesse essere soppiantata da Quota 104. Invece, alla fine, il Governo di Giorgia Meloni ha deciso di riconfermare Quota 103 anche per il 2024 assieme alle altre due misure di pensione anticipata: Ape sociale e Opzione donna. Queste ultime due misure di prepensionamento sono state modificate ma non in misura particolarmente rilevante. Per quanto riguarda Ape Sociale l’età pensionabile è passata da 63 anni a 63 anni e 5 mesi mentre il requisito contributivo è rimasto fermo a 30 anni o 36 a seconda della categoria lavorativa.
Per quanto riguarda, invece, Opzione donna – riconfermata per il ventesimo anno consecutivo – l’età pensionabile è stata alzata da 60 anni a 61 mentre gli anni di contributi necessari sono rimasti 35 e, come già nel 2023, questa misura continuerà a rivolgersi solo a caregiver, invalide almeno al 74%, disoccupate o dipendenti di aziende in crisi. Ben più incisive, al contrario, le modifiche che il Governo Meloni ha apportato a Quota 103.
Quota 103: ecco come è cambiata
Riconfermata ma stravolta la misura di pensione anticipata Quota 103. Il Governo ha apportato modifiche sostanziali e molto incisive a questa opzione di prepensionamento. Vediamo quali sono le nuove regole per accedere alla pensione con Quota 103 nel 2024.
Quota 103 si è rifatta il look, potremmo dire. Solo che questo nuovo look risulterà decisamente meno attraente del vecchio per i lavoratori. Anche nel 2024 – esattamente come nel 2023 – si potrà accedere alla pensione con Quota 103 a 62 anni e con almeno 41 anni di contributi. Fin qui niente di nuovo si potrà, quindi, sempre andare in pensione cinque anni prima rispetto a quanto previsto dalla legge Fornero. Quello che cambia sono le finestre mobili e l’importo della pensione che si andrà a ricevere.
Le finestre mobili – cioè il lasso di tempo che intercorre tra il raggiungimento dei requisiti e l’effettivo ottenimento della pensione – sono passate da 3 mesi a 7 mesi per i lavoratori autonomi e per i dipendenti del settore privato e da 6 mesi a 9 mesi per i dipendenti del settore pubblico. Ma questa non è la notizia peggiore.
Con la legge di Bilancio, il Governo ha stabilito che gli assegni previdenziali di coloro che, nel 2024, decideranno di accedere alla pensione in anticipo con Quota 103, saranno ricalcolati interamente con il sistema di calcolo contributivo, senza tenere conto delle quote retributive antecedenti al 1996. Inoltre fino al 2023 l’assegno mensile di chi andava in pensione con Quota 103 non poteva superare di 5 volte l’importo del trattamento minimo dell’Inps. Nel 2024 , invece, non potrà superare di 4 volte l’importo del trattamento minimo. Pertanto chi andrà in pensione con Quota 103 nel 2024 avrà un assegno mensile più basso anche del 20% rispetto al 2023.