Cosa vuol dire “criptovalute in chiaro”: c’entra anche il fisco italiano

Criptovalute in chiaro: cosa cambia con le nuove regolamentazioni UE. Tutto quello che c’è da sapere su conti e transazioni con Bitcoin.

La Direttiva Dac 8 prevede lo scambio automatico di informazioni relative alle criptovalute tra le amministrazioni fiscali e i contribuenti con un elevato patrimonio. Il provvedimento è stato approvato il 16 maggio scorso dai ministri delle finanze dei 27 stati membri in sede di consiglio Ue (Ecofin).

Cripto in chiaro
Cripto (Crypto.it)

La direttiva non è soggetta alla procedura legislativa ordinaria, ma alla procedura di consultazione, quindi il Parlamento europeo non avrà potere legislativo per apportare modifiche alla proposta. Il testo finale concordato dai 27 ministri prevede lo scambio automatico obbligatorio dei dati sulle transazioni delle cripto-attività tra le autorità fiscali.

Criptovalute in chiaro: nuova direttiva europea

La Dac 8 integra il Regolamento sui mercati dei cripto-asset (MiCA) e il regolamento sulle informazioni che accompagnano i trasferimenti di fondi e di alcuni cripto-asset, Transfer of funds regulation (Tfr) approvati a fine aprile. La direttiva amplia l’anagrafe dei rapporti finanziari già a disposizione dell’Agenzia delle entrate e sarà una sorta di morte del segreto bancario delle criptovalute.

Cripto
Bitcoin (Crypto.it)

I fornitori di servizi saranno obbligati a segnalare alle amministrazioni fiscali le transazioni dei residenti UE, mentre le Entrate dei paesi membri avvieranno lo scambio automatico delle informazioni. Gli stessi obblighi si applicheranno anche alla moneta elettronica e alle valute digitali, inclusi gli ultimi cambiamenti al Common Reporting Standard dell’Ocse.

La Dac 8 darà vita a una sorta di reporting fiscal per i super-ricchi, riguarderà gli accordi tra un’amministrazione fiscale dell’UE con i cittadini residenti che detengono almeno un milione di euro di ricchezza finanziaria o investibile o di patrimonio gestito, ad esempio coloro che hanno scelto di beneficiare del regime attira-paperoni italiano dell’imposta fissa da 100.000 euro introdotta dal governo Renzi. Inoltre, la Dac 8 prevede regole per la segnalazione delle informazioni di tutti i fornitori di servizi di cripto.

Per quanto riguarda le cripto-attività, la Dac 8 impone l’obbligo di comunicazione per i prestatori di servizi di cripto-attività autorizzati, compresi il valore di mercato della cripto-valuta rilevante, il numero di unità e di transazioni rilevanti, i trasferimenti e le acquisizioni o cessioni contro valuta corrente o altre cripto-valute.

L’obbligo di segnalazione esteso ai forti patrimoni netti vuole risolvere il problema delle scappatoie che possono essere sfruttate per l’evasione e l’elusione fiscale, poiché i ruling per le persone con un elevato patrimonio netto sono spesso legati alla tassazione delle società.

In passato, l’assenza di comunicazione e di scambio di dati ha lasciato aperte lacune che sono state sfruttate per l’evasione e l’elusione fiscale. La direttiva Dac 8 viene a colmare questa lacuna, obbligando i contribuenti a segnalare le proprie attività finanziarie e patrimoniali, in particolare delle criptovalute e delle valute digitali.

La direttiva completa il progetto europeo di armonizzazione del recupero fiscale sulle attività finanziarie, comprese quelle digitali, e consente agli Stati membri di rafforzare la lotta all’evasione fiscale. La Dac 8 segna un importante passo in avanti nell’intensificazione della cooperazione amministrativa sulle questioni fiscali tra gli Stati membri dell’UE.

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