Può capitare che l’azienda non conceda i permessi richiesti dalla Legge 104. Niente paura: ecco come puoi opporti a questa situazione.
La Legge 104 è la legge che copre tutti i diritti degli invalidi (e dei familiari che si occupano di loro), e offre molte agevolazioni. Tra questi sono inclusi vari permessi, come per esempio quello dell’assenza retribuita dal lavoro per occuparsi del disabile. Ma cosa succede se il datore di lavoro si rifiuta di fornire i permessi imposti?
Partiamo con quello che hanno da dire l’INPS e la Corte di Cassazione a riguardo. Secondo una Circolare del 2008, il datore di lavoro deve verificare nel dettaglio l’esistenza dei presupposti per la concessione dei permessi. Su questi, però, non ha nessuna discrezionalità: può solo verificare che i requisiti siano soddisfatti. Non ha alcun diritto sulla concessione specifica dei permessi, che rientra nella concreta gestione del singolo rapporto di lavoro. Quindi, in breve, il datore di lavoro non ha diritto di negare i permessi, solo di verificare che questi siano giustificati. Se procede comunque a negarli, ecco cosa possiamo fare.
Avendo premesso che l’azienda non può negare i diritti imposti dalla Legge 104, è bene specificare cosa dovrà accertare il datore di lavoro. Nello specifico, si tratta dell’esistenza e accettazione della domanda trasmessa all’INPS e che la persona da assistere non sia ricoverata a tempo pieno in strutture ospedaliere o simili. A quel punto l’azienda deve concedere la programmazione dei tre giorni di permesso mensile al dipendente, a patto che questo sia in grado di individuare preventivamente le giornate di assenza, non comprometta il diritto del disabile a un’effettiva assistenza e che la programmazione segua criteri condivisi con i lavoratori e relative rappresentanze.
Qualora i diritti della 104 venissero negati, quindi, conviene provare un’ultima volta a rinnovare la richiesta includendo tutti i documenti necessari. In caso di ulteriore rifiuto bisognerà rivolgersi a un’associazione sindacale o a un legale, che prenderanno contatto con il datore di lavoro. Alternativamente è possibile ricorrere all’autorità giudiziaria. Ricordiamo che la 104 prevede che il lavoratore dipendente che si occupa dell’assistenza del disabile ha diritto a tre giorni di permesso mensili retribuiti, se il disabile in questione è il coniuge, convivente o parente di primo o secondo grado.
Da notare che, secondo la legge, i tre giorni in questione possono essere continuativi o frazionati in ore se necessario (ma non più di 18 ore mensili se l’orario di lavoro è di 36 ore in 6 giorni lavorativi). Questi giorni sono economicamente coperti dall’INPS, e il datore di lavoro recupererà le somme tramite modello F24.
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