Gli ultimi rapporti mostrano che i bond statali sono diventati una componente cruciale del panorama finanziario europeo.
Il mondo degli investimenti è estremamente dinamico: ogni settimana si sente parlare di qualche nuova tendenza che attira l’attenzione degli investitori e dei curiosi. Tra queste, ce n’è una in particolare che nell’ultimo anno sta guadagnando una discreta rilevanza, soprattutto in Italia: i bond statali.
Non si tratta di una novità, ma al contrario di uno strumento finanziario che esiste già da molto tempo. Per questo è ancora più interessante capire il motivo per cui le persone mostrano un rinnovato interesse nei loro confronti.
I bond statali, conosciuti anche con il nome di Titoli di Stato, sono sostanzialmente delle obbligazioni emesse da un governo nazionale. Quando gli investitori acquistano questi bond, mettono i propri risparmi a disposizione del governo in questione, che a sua volta si impegna a restituire il capitale con un interesse prefissato alla scadenza. C’è un motivo molto preciso per cui questi strumenti finanziari sono così attrattivi: sono tra le opzioni più stabili e sicure in cui investire i propri soldi, specialmente in tempi di forte incertezza economica. Questo, però, significa d’altra parte che hanno anche dei limiti considerevoli.
Bond statali, uno degli strumenti finanziari più apprezzati dagli italiani
L’Association for Financial Markets in Europe (AFME), l’organizzazione che rappresenta i mercati finanziari nell’Unione Europea, ha recentemente pubblicato il suo rapporto annuale sulle tendenze di investimento dei risparmiatori europei. Dai dati raccolti emerge che nell’ultimo anno c’è stato un aumento significativo delle emissioni di bond da parte degli Stati membri.
Secondo quanto riportato dall’AFME, i cittadini degli Stati membri dell’UE e del Regno Unito hanno acquistato bond e note di credito per un totale di 850 miliardi di euro durante il terzo trimestre del 2023. Questa cifra rappresenta un incremento del 21% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Per quanto riguarda l’Italia, nel terzo trimestre del 2023 il nostro Paese ha registrato un aumento del 42% su base annua e del 3% su base trimestrale nei volumi di scambio delle obbligazioni statali. Questi dati confermano la presenza di un forte interesse degli investitori verso i titoli di stato italiani.
Secondo molti esperti, sono un segnale del fatto che i cittadini capiscono l’importanza di investire i propri risparmi ma al tempo stesso non vogliono correre particolari pericoli e scelgono quindi di puntare su strumenti a basso rischio come i bond statali.
Oltre a un basso rischio, però, i bond statali sono caratterizzati da un basso rendimento: rispetto ad altre opzioni di investimento come le azioni, sono strumenti che non permettono di vedere i propri guadagni crescere particolarmente, neanche dopo anni dall’inizio dell’investimento. Inoltre, i rendimenti dei bond statali possono anche essere erosi dall’inflazione se il tasso di inflazione supera il tasso di interesse del bond. Una possibilità remota, nel caso dell’Italia, ma comunque da prendere in considerazione.