Mossa da urlo di un pezzo grosso delle banche, che svolta con le criptovalute: ecco su cosa sta investendo e perché ha svoltato.
La volatilità delle criptovalute fa nascere dubbi, ma non spaventa. La cripto-attività stabilita con la legge di bilancio di gennaio fa riflettere, ma non fa paura. Nonostante gli alti e bassi dall’oggi al domani, quelle “monete virtuali” (chiamiamole così anche se tecnicamente è un termine improprio) continuano ad affascinare tanti investitori.
In questo contesto storico in molti sono in bilico. Con la crypto delle crypto, ci si interroga su quei bitcoin sempre in hype che sono risaliti a più di 40mila, ma che mostrano delle turbolenze che non convincono del tutto su cosa è meglio fare.
C’è chi dubbi non ne ha. Incredibile la storia di un pezzo grosso delle banche, che lascia tutto per entrare in tackle nel mondo delle criptovalute, cambiando completamente vita e decidendo di investire su una in particolare.
Criptovalute, la storia incredibile di David Riegelnig: all in su Rulematch
Un ex dirigente di private banking, presso Credit Suisse AG, ha deciso di lanciare una sede di trading di criptovalute rivolgendosi a banche e società di intermediazione mobiliare come clienti, scommettendo sulla crescente partecipazione delle società finanziarie tradizionali al di fuori degli Stati Uniti negli asset digitali. Mossa arguta. David Riegelnig, questo il nome del pezzo grosso delle banche, che nel 2015 ha lasciato Credit Suisse, responsabile del rischio operativo nel private banking, ha co-fondato la startup Rulematch con sede a Zurigo.
L’azienda offre una sede di trading di criptovalute solo per istituti finanziari. Ha iniziato a scambiare Bitcoin ed Ether e è ora aperta a clienti nella maggior parte dell’Unione Europea, nel Regno Unito e perfino a Singapore. Ha raccolto 14 milioni di dollari da investitori tra cui ConsenSys Mesh, fondata dal co-creatore di Ethereum Joseph Lubin, Flow Traders e FiveT Fintech.
Non si tratta di un exchange crypto rivolto alla clientela retail dei piccoli investitori, per intenderci, ma di una piattaforma dedicata primariamente ad istituzioni e professionisti, in particolare società finanziarie. La piattaforma consente scambi di Bitcoin ed Ethereum in dollari americani e si pone come obiettivi, oltre a quello di garantire performance di scambio elevate, di ridurre i costi di esercizio, in particolare per le istituzioni.
La piattaforma utilizza tecnologia Nasdaq per i controlli del rischio pre-negoziazione, l’abbinamento degli scambi e la sorveglianza del mercato. Il tempo sarà galantuomo e ci dirà se la mossa di David Riegelnig è stata una svolta, oppure no.