Si parla sempre più di moneta digitale, virtuale e di criptovalute, ma forse non tutti conoscono a fondo le differenze.
Sicuramente il denaro cartaceo e in moneta sparirà gradualmente dalle nostre vite, comunque esistono sostanziali differenze anche tra i diversi metodi con cui fare una transazione.
Partiamo dicendo subito che moneta elettronica e moneta virtuale sono due cose diverse, anche se nell’immaginario comune entrambe le definizioni sono associate spesso e volentieri al denaro di un conto che viene spostato tramite home banking, o pagamenti con le app.
La differenza tra moneta elettronica e moneta virtuale è consistente, ecco cosa c’è da sapere
Il valore della moneta elettronica, innanzitutto, è legata al valore di una qualche moneta circolante, come ad esempio l’euro, il dollaro eccetera.
Si tratta dunque di una semplice dematerializzazione del suo valore, ma non va confusa con l’utilizzo delle carte di credito, che sono collegate a un conto bancario (sia virtuale che di una filiale fisica) o di un conto postale.
La moneta elettronica è una forma di moneta digitale – che l’Europa desidera introdurre, tra l’altro – che non è collegata ai conti correnti bancari, ma viene immessa in una carta prepagata, che può essere ricaricabile oppure no. Questa moneta è spendibile come le altre, per acquistare beni e servizi ma appunto non è come i classici bancomat a cui siamo abituati.
La moneta virtuale, invece, non ha un valore dato da monete correnti, anche se esistono monete virtuali legate al prezzo dell’oro o ad altri asset, e potremmo definirle come “sottocategorie”. La peculiarità delle monete virtuali è che sono decentralizzate, e ciò significa che non sono soggette ad alcuna autorità centrale; non si innescano dunque i meccanismi che regolano l’offerta e la domanda delle altre monete.
La giurisprudenza comunitaria ha chiarito proprio questo aspetto, affermando che “le valute virtuali sono diverse dalla moneta elettronica, come definita nella direttiva 2009/110/CE del 16.09.2009, concernente l’avvio, l’esercizio e la vigilanza prudenziale dell’attività degli istituti di moneta elettronica, in quanto, a differenza da tale moneta, nel caso delle valute virtuali i fondi non sono espressi nell’unità di calcolo tradizionale, ad esempio in euro, ma nell’unità di calcolo virtuale, ad esempio il «bitcoin»”
In pratica sulle monete virtuali si attuano meccanismi informatici e non vi sono interventi di nessun tipo giurisdizionale, anche se nonostante questa grande differenza con le monete elettroniche non è escluso che quelle virtuali possano essere usate come normalissimi metodi di pagamento, tanto che sempre più attività accettano anche bitcoin e criptovalute.