Con gli aggiornamenti del prossimo anno, coloro che hanno investito in criptovaluta saranno sottoposti a quest’ultima rete di tassazione. In cosa consiste
Sotto il profilo mediatico, si ricevono tutti i giorni stimoli contraddittori per interpretare la quotidianità e le dinamiche del mondo. La gestione della complessità, specie se si tratta di indagare il profilo socio-economico che si sta vivendo, non è un affare né da semplici istruzioni, né da breve video-tutorial su YouTube.
Da un lato qualcuno sta concretamente assaggiando le difficoltà calate dell’alto costo della vita prodotto dalla recente crisi economica; dall’altro, nel mare virtuale del web, si lanciano centinaia di esche relative alle metodologie di guadagno senza lavorare, ossia puntando sul trading online.
Un trading qualunque? Ovviamente no. Si tratta di forme d’investimento che richiedono soltanto una comprensione iniziale del terreno su cui si va a incamminarsi, ma poi la Rete, una volta “puntati” i propri indici programmatori, farà tutto da sé. Questi veri e propri elisir di ricchezza immediata si richiamano al nuovo vangelo dell’intelligenza artificiale, portavoce di un verbo che non necessita nemmeno del classico investimento iniziale (spacciato per un concetto oramai obsoleto).
Come si comporta il Fisco italiano nei confronti delle criptovalute
In effetti, l’intelligenza artificiale, termine così trattato “prepotentemente” come oggigiorno, segue di poco un altro importante concetto che ha saldato definitivamente la sfera finanziaria alla vasta sfera tecnologica: ossia, la blockchain. Si sta parlando di un insieme di strumenti tecnologici che formano una logica di sistemi interconnessi, tramite una rete informatica di nodi in grado di gestirsi e aggiornarsi in tempo reale e in modo sicuro.
Tale concetto, sia nella versione astratta che concreta, ha avviato la realizzazione delle cosiddette criptovalute; nonostante la loro natura organicamente virtuale, esse hanno generato gli esiti di investimento di concreto successo, specialmente nei capitali dei grandi investitori. Gli Stati stanno intervenendo con un certo ritardo nel monitoraggio finanziario di queste forme che agiscono e sorvolano completamente qualsiasi struttura di intermediazione (banche e altri istituti finanziari, comprese).
Come si tassa il guadagno derivato dallo scambio di moneta digitale
Sebbene le Banche Centrali dei Paesi più avanzati invitino gli speculatori ad avere (ancora) fiducia nelle monete nazionali e “sovrane”, il conio generato, valutato e scambiato dall’algoritmo, si è già trasformato in un enorme fenomeno carsico della finanza mondiale; e alcune delle stesse nazioni si stanno attrezzando per avere ciascuna la propria moneta virtuale.
In verità, investire in questa particolare circolazione è accessibile a chiunque, grazie al frazionamento monetario di queste valute (i Bitcoin, ad esempio). L’Italia si è recentemente adoperata per applicare una tassazione che si aggiorna annualmente, non da ultimo in vista della manovra di bilancio 2024. Attualmente l’aliquota fiscale sulle plusvalenze da reddito non da imprese o lavoro dipendente, è pari al 26%.
Tali plusvalenze vanno inoltre indicate nel Quadro RT e nel Quadro RW della dichiarazione dei redditi. La valuta digitale, riconosciuta nel novero degli strumenti finanziari, è oggetto altresì di una sanatoria fiscale nei confronti dei detentori al 1° gennaio 2023, chiamati a versare un’imposta sostitutiva al 14%.
Il versamento delle tasse è a carico anche da parte dei non residenti, titolari di redditi prodotti da attività detenute in Italia. Lo scambio regolarizzato ammette l’uso di un’apposita piattaforma di intermediazione (exchange), capace di gestire il monitoraggio fiscale. Le operazioni fiscalmente rilevanti, in grado di scaturire un capital gain (guadagno) dai differenziali di plusvalenze e minusvalenze, riguardano: la conversione da criptovaluta in monete FIAT, tramite la vendita; l’acquisto di beni o servizi tramite la valuta digitale; l’acquisto di NFT con criptovalute. Al 2023, la soglia di esenzione del versamento delle tasse è pari a 2.000 euro (sull’anno di imposta).