L’INPS sta chiedendo i soldi indietro a diversi pensionati, ma fate attenzione: il Caf avverte di chiarire bene la posizione. Ecco perché.
È arrivato un nuovo avviso per i pensionati al minimo o con valori più bassi, che da qualche giorno stanno ricevendo comunicazioni dall’INPS su indebiti da restituire entro il 17 dicembre.
Ma qualcosa non quadra, almeno secondo lo Spi Cgil di Pistoia, che consiglia ai pensionati di non restituire immediatamente i soldi e approfondire piuttosto le posizioni personali di ognuno negli uffici Spi Cgil. La possibilità che si tratti di un errore è molto alta, e sono necessarie ulteriori verifiche.
Sono già arrivate quasi 300 segnalazioni sulle richieste di risarcimento, che lo Spi Cgil ha verificato senza trovare giustificazioni per la richiesta. Il motivo sembra essere legato al ricalcolo dell’incremento disposto dalla legge finanziaria. Le pensioni più basse sono state aumentate l’anno scorso dell1,2% per i pensionati dai 67 ai 75 anni e del 6,4% per gli over 75.
Questo ha portato le pensioni a 600 euro al mese. L’incremento tra maggio e giugno 2023 ha causato un ricalcolo in cui queste cifre aggiuntive sono state rimosse, causando una ingiustificata richiesta di riavere i soldi indietro da parte dell’INPS.
Secondo la verifica effettuata dallo Spi Cgil, la maggioranza di questi indebiti è completamente immotivata. Esclusi i casi in cui i pensionati abbiano acquisito un nuovo trattamento pensionistico nel 2023. In questi casi sarebbe una buona idea verificare la propria situazione. L’operazione sembra agire a livello nazionale, visto che anche la sede di INPS di Pistoia non comprende la decisione.
Siamo quindi in attesa di ulteriori chiarimenti, sia sulla motivazione che su come risolvere il problema. In caso di errore, infatti, non è chiaro se provvederà in automatico l’INPS a risolvere o se bisognerà procedere con la ricostruzione per ogni pensionato che ha ricevuto la comunicazione.
In generale è sconsigliato pagare immediatamente, perché per la restituzione si rischia di aspettare anche tempi molto lunghi. Questo perché l’INPS deve incamerare le cifre prima di poterle ridare. Mancano ancora tre settimane alla scadenza, quindi il suggerimento è quello di aspettare a pagare e, se possibile, approfondire la situazione negli uffici dello Spi Cgil. Nel frattempo aspettiamo ulteriori comunicazioni da parte dell’INPS per chiarire la situazione.
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