Come comportarsi con i fondi della cassa pensioni? È meglio riscattarli per intero o puntare su una rendita mensile? Ecco i pro e i contro.
Quando si raggiunge l’agognato traguardo della pensione è necessario effettuare un’attenta valutazione in merito al versamento dei fondi della cassa pensioni, ovvero le somme provenienti dalla previdenza professionale che dovranno essere corrisposte. Tale analisi deve riguardare una decisione che andrà presa, ovvero stabilire se sia meglio ottenere una rendita mensile oppure un versamento in un’unica soluzione, riscattando la pensione per intero mediante una liquidazione in capitale.
Si tratta di una decisione che va presa nell’ottica della pianificazione della propria vita post-lavoro. E a tal proposito ci sono diverse variabili da tenere in considerazione.
Anzitutto è necessario analizzare la propria situazione finanziaria per andare a calcolare il reddito che si percepirà dopo il pensionamento e che potrebbe comprendere entrare provenienti, ad esempio, dagli affitti, andranno esaminati i versamenti dell’AVS (l’assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti) e valutato il tenore di vita che si intenderà avere e la quantità di denaro necessaria per mantenerlo.
Pensione, meglio la rendita mensile o il riscatto del capitale? Pro e contro
Andrà poi valutato l’aspetto legato alla sicurezza di ricevere una rendita mensile per l’intera vita in rapporto alla flessibilità di ricevere la liquidazione in capitale valutando pro e contro di ogni opzione. Chiaramente la rendita è quella che offre maggiore sicurezza ma non permette di compiere spese ingenti mentre la liquidazione con investimento successivo consentono di ricevere importanti rendimenti ma non vi sono garanzie dal punto di vista finanziario e c’è anche il rischio di andare a ridurre il capitale di vecchiaia.
Vi sono anche altre variabili da tenere in considerazione, come la tutela finanziaria della famiglia, caso nel quale sarebbe preferibile optare per la liquidazione in capitale che andrà, in caso di decesso, a beneficio dei superstiti a differenza di una rendita in corso che non potrà essere ereditata.
Ancora, occorre tenere conto delle proprie conoscenze riguardo gli investimenti per valutare se si è in grado di effettuarne di redditizi senza andare ad erodere il capitale. Bisogna poi ricordarsi che dipende dalla cassa pensioni l’ammontare dell’importo di vecchiaia liquidabile in capitale: per la legge il minimo è del 25% anche se in diversi casi è consentito dalle casse pensioni il prelievo di metà o dell’avere nella sua totalità.
Altro aspetto da considerare sono le imposte: nel caso dei versamenti di rendite essi sono imponibili come reddito al 100%. Invece il capitale è imponibile separatamente dal reddito nell’anno in cui viene versato ed è previsto un tasso inferiore. Mentre in seguito risulterà imponibile come il reddito.
Una soluzione interessante è quella che potrebbe prevedere una combinazione di capitale e rendita. Basandosi sulla regola che occorrono entrate sicure per poter coprire, per tutta la vita, il fabbisogno primario che comprende le spese per il cibo, la mobilità, la casa, la cassa malati oltre a vacanze ed hobby. Le somme che superano questo importo totale potranno invece essere ottenute come capitale da investire in autonomia.