Cosa succederà dopo la decisione di non prevedere alcun pignoramento con prelievo automatico sui conti correnti? Le nuove ipotesi.
Quello del prelievo automatico sui conti correnti al fine di pignorare importi di denaro a copertura di debiti non saldati rappresenta uno dei principali argomenti di discussione che, nel corso del mese di ottobre, hanno tenuto banco tra le fila della maggioranza e dell’opposizione.
A spegnere l’ondata di polemiche andata generandosi dopo che questa ipotesi ha iniziato a prendere piede ci ha pensato la premier Giorgia Meloni interrompendo sul nascere ogni possibilità in tal senso e confermando la cancellazione del prelievo automatico. Vediamo dunque che cosa succederà ora e in quali casi potrebbe scattare il pignoramento di denaro sul conto corrente.
Pignoramento soldi dai conti correnti: cosa cambia dopo la cancellazione del prelievo automatico
Quando non vengono pagati i debiti il pignoramento degli importi di denaro è possibile ma solitamente la procedura richiede molto tempo e non avviene dunque nell’immediato. Niente cambierà in tal senso dato che nella Manovra Finanziaria 2024 non vi saranno misure per il prelievo automatico mediante il quale l’Agenzia delle Entrate avrebbe potuto ottenere informazioni relative alle somme di denaro presenti sui conti correnti dei contribuenti per poi avviare l’ordine di pagamento all’istituto bancario.
La proposta, dopo la cancellazione di questa misura, prevede unicamente un potenziamento dei già esistenti strumenti digitali ma l’Agenzia delle Entrate non potrà comunque avere alcun accesso diretto ai conti correnti.
Per l’eventuale pignoramento di somme di denaro sui conti occorrerà dunque attendere le tempistiche già previste e rispettare tutti i limiti attualmente in vigore e suscettibili annualmente di variazioni, sulla base della rivalutazione annua dell’importo dell’assegno sociale. Infatti il pignoramento è legato all’importo di tale assegno e non è possibile pertanto, qualora esso avvenga su uno stipendio, prelevare il doppio del valore.
Dunque dato che l’assegno sociale ammonta a 503,27 euro per il 2023 risultano impignorabili 1.006,54 euro della busta paga. Sono invece diversi i limiti per pignorare denaro sul conto corrente: secondo le leggi in vigore si potrà effettuare il pignoramento della parte che eccede il triplo dell’assegno sociale pari per il 2023 a 1.404,30 euro.
Pur con una serie di limiti legati ai soldi impignorabili: ad esempio nel caso di un conto corrente cointestato con una persona che non ha debiti, oppure il cui unico reddito è l’assegno di accompagnamento disabili o la pensione di invalidità. Anche i conti correnti affidati e quelli che prevedono accredito di rendita assicurativa a vita sono soggetti a limiti per quanto riguarda il pignoramento.