Presso il Tarì sarà aperta la mostra temporanea “Ornamenta: i gioielli della Campania da Pompei alla contemporaneità”.
Ci sono degli gioielli che risalgono a Pompei che sono rimasti intatti dopo secoli e secoli. Queste meraviglie saranno esposte alla mostra “Ornamenta: i gioielli della Campania da Pompei alla contemporaneità” presso il Tarì, in occasione dell’evento fieristico Open.
Si tratta di un viaggio senza tempo nella storia dei gioielli che fa parte del più grande progetto culturale che è frutto della collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei e il Centro orafo il Tarì.
I gioielli sono davvero incredibili, bracciali e anelli in oro con incisioni. Una vera bellezza che appartiene alla nostra storia. Sono gioielli davvero enormi degni di un re.
Gioielli di Pompei esposti
Una mostra che racconta la testimonianza del gusto romano di vivere con lusso ed eleganza è in atto in questo periodo. Si può attraversare un percorso di conoscenza del passato tramite la bellezza di gioielli unici, ritrovati sotto i lapilli.
Durante l’eruzione di Pompei le vittime furono moltissime e forse conoscendo il loro destino alcune hanno deciso di indossare i loro gioielli per l’ultima volta. Questi oggetti preziosi sono stati ritrovati sotto le macerie dopo secoli e secoli, ancora intatti e splendidi. Raccontano una storia passata e tormentata.
Tra tutti questi gioielli spicca l’armilla serpentiforme, ossia un bracciale a forma di serpente ritrovato nello scavo di Murecine con una dedica all’interno che recita “Dominus ancillae suae” ossia, il padrone della sua schiava. Suggerisce un rapporto particolare tra i due.
Il bracciale è fatto interamente di oro, una verga a nastro piena si avvolge in alcune spire, a raffigurare un serpente la cui pelle è realizzata con una fitta decorazione incisa. La testa è molto curata anche, gli occhi sono illuminati da piccole paste vitree verdi e nella bocca semiaperta spuntano due piccoli spezzoni di filo d’oro che simulano i denti del serpente.
Questo bracciale è stato rinvenuto sul corpo di una donna sulla trentina, probabilmente era una schiava in base alla scritta che si legge sul bracciale. Il bracciale è stato prodotto a Pompei in oro e pasta vitrea e risale al I secolo a.C. Come questo ci sono anche altri tesori trovati sotto ai resti di Pompei, come per esempio un altro bracciale in oro dal peso di 610 grammi indossato sempre da una vittima che ha tentato di fuggire all’eruzione. Il bracciale presenta due teste di serpente affrontate che reggono tra le fauci un disco con il busto della dea Selene (Luna).