I contributivi puri avranno delle difficoltà ad andare in pensione a 64 anni nel 2024. Cambiano le regole e la nuova condizione restringe la platea dei beneficiari.
Il pensionamento a 64 anni di età per chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 il prossimo anno sarà rivolto ad una platea più ristretta. Scopriamo per quale motivo.
I lavoratori come andranno in pensione nel 2024? La Legge di Bilancio conferma che si dovrà ancora attendere per una Riforma delle pensioni vera e propria, con l’inserimento di misure strutturali e flessibili. Il 2024 sarà un ulteriore anno ponte tra conferme, proroghe e modifiche. La pensione di vecchiaia a 67 anni di età e venti di contributi sarà ancora lì così come la pensione per i precoci (41 anni di contributi di cui uno versato prima dei 19 anni e appartenenza ad una categoria dell’APE Sociale) e la pensione anticipata ordinaria (42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne).
Importanti novità riguardano, invece, le misure in scadenza il 31 dicembre 2023. Parliamo di Opzione Donna, l’APE Sociale e Quota 103. Quest’ultima diventerà – secondo quanto si legge nella bozza della Manovra – Quota 104 consentendo il pensionamento a 63 anni di età e con 41 anni di contributi. Le altre due misure, invece, si uniranno consentendo il pensionamento a 63 anni di età sia per i lavoratori che le lavoratrici. Come cambierà, poi, la pensione a 64 anni per i contributivi?
Pensione a 64 per i contributivi, la modifica che restringe la platea dei beneficiari
La pensione contributiva dedicata ai lavoratori che hanno iniziato a versare contributi a partire dal 1° gennaio 1996 permette oggi il pensionamento a 64 anni con venti anni di contributi ad una condizione.
Per lasciare il lavoro occorrerà aver maturato un assegno pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Essendo nel 2023 di importo pari a 503,27 euro, la pensione raggiunta dovrà essere di 1.409,15 euro. Una cifra non impossibile da raggiungere ma già alta per chi ha venti anni di contributi o poco più.
Ebbene, la condizione di accesso alla pensione contributiva nel 2024 sarà aver maturato un assegno pari o superiore a 3,3 volte l’assegno sociale ossia 1.660,79 euro. Un obiettivo lontano dalla portata di tanti lavoratori che determinerà, così un restringimento della platea dei beneficiari dello scivolo pensionistico.
Al contrario, c’è una bella sorpresa per chi attenderà i 67 anni per il pensionamento. Sarà cancellato il requisito che richiedere il raggiungimento di un assegno pari a 1,5 volte l’assegno sociale. Basterà raggiungere esattamente la cifra di 503,27 euro per andare in pensione.
In conclusione, si penalizzano le pensioni anticipate a favore di quella ordinaria.