Dai consumatori il suo valore verrebbe percepito come pari a più del doppio rispetto a quello reale: cerchiamo di capire il perché del fenomeno.
È stata la redazione de Il Sole 24 Ore ad affidare l’indagine all’Istituto Noto, specializzato in statistica e sondaggi. L’interrogativo, rivolto ad un campione di duemila persone, è stato all’incirca il seguente: quanto pesa l’inflazione sui tuoi consumi? Ed il risultato ottenuto, come riportato dallo stesso giornale, ha fatto emergere un elemento particolarmente interessante in termini di percezione del caro vita attualmente, purtroppo, ancora in corso.
Secondo le persone interpellate, infatti, l’inflazione pesa sulle loro spalle e sui loro portafogli con una maggiorazione media dei prezzi pari all’11,2%. Tuttavia, secondo l’ISTAT, il dato reale è pari al 5,3%. Meno della metà di quello percepito. Perché ciò accade? In altre parole: perché i consumatori percepiscono un valore dell’inflazione pari ad oltre il doppio rispetto a quello reale?
Ebbene, secondo l’Istituto Noto a rendere la percezione dei consumatori così differente rispetto al dato reale sarebbe soprattutto una previsione particolarmente pessimistica del futuro che attenderebbe l’economia italiana, caratterizzato secondo gli intervistati da un ulteriore aumento dei prezzi e da misure governative palliative ed in generale inefficaci a contrastare la corsa sfrenata dei costi verso un continuo rialzo. Ma non è tutto.
I prodotti ed i beni più colpiti dai rincari secondo i consumatori
Negli ultimi due anni di inflazione abbiamo assistito ad un aumento dei prezzi che nel 2022 si è assestato su un più 8,1% e che all’Agosto 2023 è sceso, come dicevamo, al 5,3%. In base ai dati ricavati dall’indagine dell’Istituto Noto, i prodotti ed i beni più colpiti dai rincari secondo i consumatori sarebbero quelli per la casa, afflitti da un rincaro pari al 15,6%.
A seguire, i trasporti con un più 14,4% ed i beni alimentari con un più 14,2%. Un posto di menzione a sé invece va all’energia elettrica che, su base annua, i consumatori percepiscono come aumentata del 23,8%. Prendendo in considerazione i beni alimentari, l’inflazione reale riportata ufficialmente è pari ad un più 8,7%, inferiore quindi di oltre 5 punti di percentuale rispetto a quello percepito dal campione di intervistati.
Ed oltre la metà dei consumatori, ovvero il 54%, ha dichiarato di aver dovuto rinunciare a fare acquisti o di essere stata costretta a cambiare le proprie abitudini di spesa proprio a causa del rincaro. Ed anche il patto anti-inflazione stretto dal Governo con produttori e distributori secondo il 64% dei consumatori interpellati non avrà effetto, in particolare a causa della non obbligatorietà dell’adesione ed anche per la mancanza di una lista precisa dei beni che potranno essere inclusi.