La regolamentazione delle criptovalute è necessaria se vogliamo un’adozione mondiale, tutto ciò va contro i loro principi tuttavia. Cosa accadrà?
Nel SECONDO ARTICOLO ci siamo inoltrati nel discorso della regolamentazione delle criptovalute. Continuiamo ora il discorso.
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Come sempre, partiamo parlando della situazione negli Stati Uniti. Secondo l’Internal Revenue Service (IRS) Notice 2014-21, qualsiasi criptovaluta costituisce una proprietà, quindi il profitto ottenuto spendendola è tassabile. Tali transazioni crittografiche sono soggette all’imposta sulle plusvalenze, mentre l’imposta sul reddito si applica ad attività come il mining, lo staking e il conio NFT.
Gli utenti, grazie a software fiscali dedicati possono evitare la seccatura della compilazione manuale. Tali programmi automatizzano i calcoli e generano report pronti per l’invio. Tuttavia, la gamma di piattaforme supportate e risorse digitali varia. Ne esistono anche da utilizzare in Italia.
Ma la guida dell’IRS trascura la DeFi. Fornisce solo regole generiche per tutte le transazioni crittografiche. I fornitori di software per le tasse sulle criptovalute affermano che gli utenti devono pagare le tasse, poiché le implicazioni della DeFi e del farming possono ancora essere “dedotte”. Allo stesso tempo, secondo PwC, “le caratteristiche che rendono la DeFi trasformativa per il futuro della finanza sono anche caratteristiche che la rendono difficile da affrontare dal punto di vista fiscale statunitense”.
Il Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN) considera gli exchange di criptovalute “money transmitters” poiché i token crittografici sono “un altro valore che sostituisce la valuta”. Come i tradizionali trasmettitori di denaro, rientrano nell’ambito di applicazione del Bank Secrecy Act (BSA). Ciò comporta la registrazione FinCEN obbligatoria, un programma AML/CFT, requisiti di segnalazione e il rispetto della “Travel Rule” raccogliendo e condividendo i dati sugli originatori e sui beneficiari delle transazioni.
Per la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, le criptovalute sono securities, quindi le leggi sui titoli dovrebbero applicarsi ai portafogli e agli scambi digitali. Il presidente Gary Gensler ha notoriamente paragonato le criptovalute al selvaggio West. “Niente sui mercati delle criptovalute è incompatibile con la legge sulle securities”, ha affermato, osservando che la protezione degli investitori è altrettanto rilevante per la tecnologia blockchain.
Tuttavia, la Commodities Futures Trading Commission (CFTC) tratta Bitcoin come una commoditiy. Consente il trading pubblico di derivati di criptovalute e segue un approccio “do no harm”. L’esito di questo dibattito su chi regola le criptovalute dovrebbe influenzare qualsiasi nuova regolamentazione crittografica nel paese.
Il Responsible Financial Innovation Act, introdotto nel giugno 2022, tratta le criptovalute che superano l’Howey Test come titoli. Il test, che prende il nome dal caso della Corte Suprema degli Stati Uniti del 1946, include tre domande e richiede tre risposte positive per classificare un asset come titolo:
Se la l’atto diventa legge, gli emittenti devono rispettare le regole di registrazione e segnalazione della SEC o pagare sanzioni sostanziali per non averlo fatto. Inoltre, William A. Powers, Nossaman LLP, indica un consenso sul trattamento delle criptovalute come titoli quando vengono acquistate o vendute dai membri del Congresso.
Durante le offerte iniziali di monete (ICO), le criptovalute vengono emesse in modo simile alle azioni. Questi sforzi di raccolta fondi per blockchain e società legate alle criptovalute assomigliano alle offerte pubbliche iniziali, o IPO, in TradFi. I possessori dei token ottengono l’accesso al progetto e ai suoi potenziali profitti.
Inoltre, il farming, una forma del mercato dei prestiti crittografici, è paragonabile ai titoli di debito. I prestatori di criptovalute guadagnano interessi o commissioni, simili al prestito di azioni nel mercato azionario. Questa pratica consente alle aziende crittografiche, come i minatori per i processori di pagamento, di accedere alle linee di credito.
Se la legislazione risultante riflette il punto di vista della SEC, la regolamentazione delle criptovalute comporterà una supervisione più rigorosa. Detto questo, a condizione che il mercato superi tutti gli ostacoli normativi, attirerà un bacino più ampio di investitori, compresi quelli che preferiscono le azioni e altri titoli convenzionali quotati in borsa.
Jai Messari, co-fondatore e CLO di Lightspark e docente in visita presso Berkeley Law, raccomanda l’approccio tratto da “The Ineluctable Modality of Securities Law: Why Fungible Crypto Assets Are Not Securities“. Secondo il documento, l’acquisto e la vendita di criptovalute non sono transazioni di titoli, mentre lo sono le attività di raccolta di capitali come le ICO.
Nel frattempo, l’approccio della SEC si basa sul fatto che il progetto alla base di un determinato asset crittografico sia “sufficientemente decentralizzato” in qualsiasi momento. Messari definisce questa teoria “poco pratica, se non impossibile da applicare, nei progetti blockchain della vita reale di oggi”.
L’amministrazione Biden è ora concentrata sulla lotta alle transazioni illecite, in particolare alla luce del crollo di Terra nel 2022 e del fiasco di FTX, che ha rivelato la mancanza di 5 miliardi di dollari dal bilancio dell’azienda. L’Executive Order on Ensuring Responsible Development of Digital Assets ha delineato la prima tabella di marcia “interamente governativa” per la legislazione sulle criptovalute. Comprende altre cinque priorità:
Secondo il piano, il Tesoro degli Stati Uniti esegue una “valutazione del rischio di finanza illecita sulla finanza decentralizzata” entro la fine di febbraio 2023 e “una valutazione sui token non fungibili entro luglio 2023”. L’amministrazione intende inoltre mostrare la leadership del paese nel campo delle CBDC (Central Bank Digital Currencies). Assicurando che qualsiasi futura criptovaluta del governo degli Stati Uniti “sia coerente con le priorità degli Stati Uniti e i valori democratici”.
La comunità crittografica potrebbe aspettarsi che le autorità statunitensi stringano le viti nei prossimi anni. La SEC ha fatto la prima mossa in questa direzione nel 2020 quando ha fatto causa a Ripple Labs per aver venduto il token XRP come titolo non registrato.
Al momento della stampa, nel 2023 è prevista una sentenza del tribunale, potenzialmente cruciale per determinare se le criptovalute possono essere considerate titoli.
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