Come sono collegati il Dark Web e Bitcoin? Le criptovalute sono ancora utilizzate come mezzo di scambio in affari loschi? Scoprilo qui.
La maggior parte della gente è ancora convinta che il Dark Web e Bitcoin siano una cosa sola. Ma questo mercato esiste ancora o no? E cosa c’entra Bitcoin con tutto questo?
Nei suoi primi anni, Bitcoin era noto per essere il metodo di pagamento preferito da malintenzionati che scambiavano merci illegali sul lato oscuro di Internet. È difficile discutere la storia di Bitcoin senza menzionare le sue famose connessioni con il dark web. Del resto i critici hanno utilizzato per anni questo accostamento come argomento principale contro la fattibilità delle risorse digitali.
La prima piattaforma ad emergere nel famigerato dark web è Silk Road. Questo sito – ne parleremo bene più avanti – faceva molto affidamento su Bitcoin come alternativa ai sistemi di pagamento convenzionali e altamente censurati. In questo pezzo, daremo uno sguardo più da vicino al lato oscuro di Internet e al modo in cui Bitcoin ha a che fare con tutto questo. Immergiamoci!
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Il dark web è l’esatto opposto del sistema Internet che siamo arrivati ad accettare, ovvero un sistema in cui non preserviamo il nostro anonimato né controlliamo chi può vedere i nostri dati personali. Utilizzando i noti servizi in realtà stiamo regalando inconsapevolmente informazioni molto preziose.
È più o meno normale che i fornitori di servizi Internet raccolgano i dati degli utenti con la scusa dell’analisi dei dati e dell’ottimizzazione del marketing. Nella maggior parte dei casi, questi fornitori di servizi sono obbligati dalla legge a fornire alle autorità di regolamentazione un accesso illimitato a tali dati. Quindi, il sistema Internet di cui disponiamo oggi è progettato per favorire la sorveglianza delle attività degli utenti. È stato proprio questo modo di infischiarsene della privacy degli utenti a portare alla creazione del dark web.
Nel dark web, gli utenti utilizzano strumenti speciali per nascondere le loro attività in modo segreto. Qui le leggi non si applicano, e vale lo stesso per le operazioni di sorveglianza dei governi, che rappresentano una minaccia.
In sostanza, il dark web è un angolo di Internet in cui gli utenti possono condividere e accedere alle informazioni liberamente senza preoccuparsi di censura, sorveglianza o ripercussioni legali. Sebbene il concetto di dark web sia vecchio quanto Internet stesso, sono stati browser privati come Tor alla fine degli anni 2000 ad alimentare l’adozione di un approccio così radicale di connessione a Internet.
Sebbene il dark web sia stato inizialmente progettato come una via di fuga dalla censura e dai servizi Internet che violano la privacy, il sistema ha rapidamente guadagnato importanza nel mondo criminale. L’anonimato fornito dal dark web ha inaugurato procedure moderne e sofisticate legate a ogni tipo di attività illegale. Poiché l’anonimato è garantito, è stato difficile per le autorità di regolamentazione ridurre efficacemente l’ascesa di tali entità, che chiaramente avevano qualcosa da nascondere.
Con la crescita della popolarità del dark web, è diventato sempre più facile accedere all’angolo oscuro di Internet per acquistare e vendere droghe, documenti falsi, munizioni, materiale pedopornografico e ogni sorta di illegalità. I siti Web o le piattaforme in cui si verificano tali scambi sono quelli che chiamiamo mercati del dark web.
Come accennato in precedenza, l’avvento dei browser privati – in particolare Tor – ha permesso tutti questi progressi nel rendere Internet più anonimo. La rete di navigazione privata è stata lanciata nel 2002 e ha effettivamente sbloccato un mezzo per nascondere le proprie identità e attività online.
I creatori di Tor – David Goldschlag, Mike Reed e Paul Syverson presso il Naval Research Lab degli Stati Uniti – hanno cercato un modo per navigare in Internet in modo anonimo. Alla fine, hanno sviluppato l’idea di crittografare e instradare il traffico tramite più server, rendendo così estremamente difficile tracciare l’origine e la destinazione di tale traffico. Hanno chiamato questa tecnica “the onion routing” – alias TOR – e hanno rilasciato il software open source nel 2002.
Ma è stato solo nel 2008 – quando hanno rilasciato il browser che ha reso più facile l’accesso al software originale – che i mercati del dark web hanno iniziato a crescere di numero.
Nonostante l’esplosione di siti nel Dark Web, era comunque difficile creare mercati sostenibili. Questo perché l’uso di valute legali e soluzioni di pagamento convenzionali come PayPal alla fine ha dato alle autorità di regolamentazione una finestra di opportunità per rintracciare e arrestare gli autori.
Ma poi nel 2011 – dotata di una soluzione di pagamento migliore – ecco che Silk Road fa il suo ingresso nel darknet.
La piattaforma prende il nome dalle rotte commerciali storiche introdotte dalla dinastia Han. In sostanza utilizzava un sistema di pagamento alternativo – esatto, Bitcoin! – all’interno di una piattaforma ben strutturata che includeva un sistema di revisione dei venditori, un servizio di deposito a garanzia e una funzione di messaggistica privata. La piattaforma è diventata famosa e, in poco più di due anni di attività, aveva oltre 1 milione di account utente.
Secondo quanto riferito, le droghe rappresentavano il 70% delle merci vendute su Silk Road.
Alla fine, l’FBI, in collaborazione con altre forze dell’ordine, ha chiuso il sito Web e ha confiscato risorse digitali per un valore di oltre 1 miliardo di dollari.
Ricordiamo che i precedenti tentativi di creare un mercato del dark web sono falliti a causa dell’assenza di un sistema di pagamento resistente alla censura. Dopo la creazione di Bitcoin, Ross Ulbricht ha subito approfittato del fatto che l’asset digitale non richiedeva l’uso di banche. Grazie a Bitcoin, Silk Road è emersa come il principale mercato del dark web, in quanto aveva adottato un sistema di pagamento non regolamentato e senza confini.
Ross Ulbricht è il fondatore di Silk Road. Aveva immaginato e poi creato con successo una piattaforma che rendesse possibile trattare e acquistare tutti i tipi di prodotti comodamente da casa e riceverli via posta: la chiave qui era che questi acquisti sarebbero stati anonimi, il che naturalmente rendeva il mercato molto attraente per gli spacciatori di merci illegali.
Di fatto Ulbricht aveva creato un mercato immune alla supervisione del governo. Ma ovviamente, il successo della Silk Road ha attirato l’attenzione indesiderata dell’FBI.
Dopo mesi di infiltrazione nella community di Silk Road, l’FBI alla fine ha arrestato Ulbricht nel 2013 nella Biblioteca di San Francisco. Un ufficiale della sicurezza interna sotto copertura ha convinto Ulbricht ad aprire il back-end di Silk Road. Nel frattempo due agenti dell’FBI in borghese hanno finto di essere una coppia nel bel mezzo di un litigio per distrarlo, quindi hanno afferrato rapidamente il laptop per impedire a Ulbricht di eliminare qualsiasi file.
Nel 2015, dopo aver rifiutato un patteggiamento, le autorità hanno condannnato Ulbricht all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale. È stato accusato di riciclaggio di denaro, pirateria informatica e traffico di documenti d’identità fraudolenti, oltre a presunto pagamento per l’omicidio di due persone e altre accuse di praticamente ogni genere.
Dopo il successo iniziale di Silk Road, Ulbricht ha deciso di dare una svolta alla gestione della piattaforma. Ha assunto un uomo con lo pseudonimo di Dread Pirate Roberts, basato su un personaggio immaginario di The Princess Bride. L’alias è stato originariamente creato da un utente di Silk Road ancora sconosciuto, ed è stato ipotizzato che in realtà diverse persone utilizzassero l’account di Dread Pirate Roberts.
Dopo l’arresto di Ulbricht, l’FBI ha sequestrato oltre 1 miliardo di dollari di Bitcoin associati alla piattaforma Silk Road. Da allora, i critici si sono affrettati a sottolineare l’uso illecito di Bitcoin nel dark web come argomento contro la spinta all’adozione mainstream. Come se la gente pagasse la droga in strada in sesterzi.
Tuttavia – come scoperto durante tutta la saga di Silk Road – la rete Bitcoin utilizza un registro pubblico per memorizzare la cronologia delle transazioni. Pertanto, chiunque può cercare le transazioni passate e collegarle agli indirizzi del portafoglio. Se tali indirizzi di portafoglio sono collegati ad account registrati e verificati, è possibile collegarli a identità reali.
A quanto pare, la trasparenza di Bitcoin è stata in realtà un aiuto per la polizia, piuttosto che un ostacolo.
Sfortunatamente, le criptovalute sono ancora utilizzate nel dark web. Ma si noti che questa situazione non è specifica per le risorse digitali. Gli utenti continuano ad utilizzare anche le valute Fiat per facilitare le attività illecite, come avviene da sempre.
L’attenzione è spesso sulle criptovalute e sul dark web semplicemente a causa del fatto che molti utenti non approfondiscono l’argomento come meriterebbe. Ciò che la maggior parte delle persone non riesce a capire è che è facile tenere traccia delle attività sui sistemi di pagamento blockchain. Tranne quando gli utenti più abili creano protocolli speciali per nascondere i dettagli delle transazioni. È anche importante notare che diversi rapporti hanno rivelato che solo una piccola parte del volume delle transazioni crittografiche globali è collegata al dark web.
Nonostante questi luoghi comuni, il terreno delle risorse digitali è sempre più regolamentato. Le possibilità di farla franca con l’uso illegale delle criptovalute stanno diminuendo di giorno in giorno. Quindi la prossima volta che vorrai fare un acquisto illegale usando la criptovaluta nel Dark Web, ripensaci.
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